
Chi siamo e chi possiamo diventare
Per il lavoro che svolgo ho la fortuna di conoscere e confrontarmi con un sacco di persone e mi capita spesso di notare che ciò che caratterizza il nostro animo negli ultimi anni sembra essere la sensazione di una radicata insoddisfazione per la vita che conduciamo e per gli obiettivi che vorremmo raggiungere.
Molti di noi vorrebbero portare dei cambiamenti radicali nelle proprie vite, come cambiare casa, amicizie, lavoro, paese in cui vivono; molto spesso però questa voglia si lascia sopraffare dalla paura del cambiamento, dall’incertezza che questo porta nella vita di ognuno di noi.
Non sempre è facile lasciare le nostre abitudini per crearne delle nuove, la routine quotidiana rappresenta il fulcro delle nostre vite.
Ma se tutto fosse così facile, ci sarebbe soddisfazione nel raggiungere un nostro sogno, un nostro obiettivo? La vera difficoltà nell’effettuare un cambiamento, molto spesso, non sta nel credere a delle nuove idee, ma a liberarsi da quelle vecchie, dalle abitudini, quelle con cui siamo abituati a vivere.
Gli ostacoli più grandi che dobbiamo riuscire ad affrontare e superare sono gli schemi mentali sui quali abbiamo fondato fino a quel momento la nostra vita, le nostre idee, le nostre abitudini appunto.
Se pensiamo a questo senso di insoddisfazione presente nel nostro animo, ci rendiamo conto che gli schemi sui quali abbiamo basato le nostre vite non sono adatti alle nostre aspettative.
Ma ti faccio una domanda: se non avessi paura di cambiare, cosa faresti? Ovvero, se per un momento dimenticassi le idee, le abitudini, gli schemi e i luoghi di ogni giorno, senza avere paura del cambiamento, cosa vorresti fare? In che modo ti piacerebbe utilizzare il tuo tempo?
Oggi le nostre vite sono condizionate principalmente dal lavoro; questo infatti occupa la maggior parte del nostro tempo e della nostra mente, influenzando tutta la nostra vita, le nostre scelte e le nostre abitudini.
Siamo sempre stati abituati ad organizzare le nostre vite non in base alle esigenze di ognuno di noi, ma in relazione al tempo rimasto dopo il lavoro, dopo il “dovere”. Ma se il nostro “dovere” fosse un altro? Se invece dovessimo svolgere un lavoro non come elemento essenziale su cui basare le nostre vite, ma questo dovesse servire a completare le nostre vite?
Pensa a come sarebbe organizzare il nostro tempo, le nostre giornate in relazione a ciò che vorremmo fare realmente. Questo ci permetterebbe di sentirci liberi? Io rispondo per me e tu per te!
Il primo cambiamento che dovremmo fare sta nel provare a cambiare il nostro modo di pensare! Dovremmo iniziare a pensare in primo luogo alla nostra vita e a come vorremmo viverla, a come vorremmo investire il nostro tempo in funzione del nostro benessere.
“Nulla è durevole quanto il cambiamento. Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare. Tutto fluisce, nulla resta immutato.” (Eraclito)
Attuare un cambiamento è segno di grande coraggio e di grande consapevolezza delle proprie necessità, significa dunque rinunciare o quantomeno mettere in discussione valori, consuetudini ed esperienze.
Ad un corso di formazione parlavo con un amico di un film che racconta una storia vera… E voglio concludere proprio con delle parole tratte dal film “Into the Wild” che vi consiglio di vedere, nella speranza che possano esservi utili nella riflessione e magari possano essere ispirazione per il vostro cambiamento.
“C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. Non dobbiamo fare altro che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale.”